Quello della Giustizia Predittiva e della creazione di database utili allo sviluppo di forme di I.A e di algoritmi predittivi che permettano automatismi intelligenti nei processi è un tema attuale e scottante. Restano assolutamente aperte le tematiche relative al potere discrezionale dei giudici, all’analisi dei fatti che ovviamente deve essere calata nelle singola situazione, all’utilizzo dell’informatica al servizio dell’uomo e non viceversa.
Il quadro mondiale è assolutamente in evoluzione. La Francia ha deciso di esprimersi in modo netto al proposito esprimendo il suo parere: niente profilazione dei giudici in funzione predittiva.
La legge Francese n. 2019-222 (di programmazione 2018-2022 e di riforma della giustizia) prevede sanzioni penali salate per le società o chiunque, partendo dalle decisioni e sentenze, raccolga, analizzi e riutilizzi “i dati di identità dei magistrati con lo scopo o l’effetto di valutare, analizzare, confrontare o prevedere le loro pratiche effettive o presunte pratiche professionali”. Il divieto vale sia per la giustizia ordinaria sia per quella amministrativa e sorpassarlo potrebbe costare fino a cinque anni di prigione.
L’effetto immediato di questa decisione ovviamente è stato il blocco di tutte le le iniziative commerciali, volte a raccogliere in database le decisioni giudiziarie al fine di creare tool di giustizia predittiva.
Se da una parte la Francia ha confermato la firma elettronica e il decreto ingiuntivo telematico; il divorzio breve, la mediazione obbligatoria in via sperimentale e l’accorpamento di sedi giudiziarie; ed aggiunge il processo penale telematico) per operare (e disciplinare) la scelta di open data della giustizia, anche a fini predittivi dunque, dall’altra ha bloccato sul nascere le iniziative volte a servirsi degli open data giudiziari per studiare tools che permettessero di profilare i magistrati per ricostruire il loro pensiero giuridico e giudiziario, al fine di impostare su base predittiva ipotesi di difesa.
Negli Stati uniti invece sono già in commercio alcune piattaforme che offrono, tra i vari servizi di analytics, anche questo tipo di output. Ravel Law, per esempio, acquistata due anni fa da Lexix Nexis.
Nel Regno Unito sul tema sta operando una commissione che studia i vincoli e le opportunità dell’utilizzo di Intelligenza artificiale nel settore legale; il gruppo di lavoro è guidato da John Armour, professore dell’Università di Oxford ed il titolo del progetto di ricerca è molto significativo “Unlocking the Potential of AI for English Law”.
In Italia , in attesa di conoscere le conclusioni del gruppo di esperti insediati al MISE, il Ministero dello Sviluppo economico, riguardo alle linee strategiche di sviluppo della Intelligenza artificiale in Italia, segnaliamo che il 22 maggio scorso l’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha approvato le sue Linee Guida.
Per quanto riguarda l’Europa l’Alto gruppo di esperti ha presentato le Linee guida etiche, che entro giugno saranno stabilizzate dopo i sei mesi di confronto con gli operatori.
Siamo appena all’inizio di un processo che vedrà gli sviluppi della IA in materia di giustizia predittiva che vedrà coinvolti diversi poteri e che dovrà essere ben bilanciato in modo che possano essere risolti gli aspetti di maggiore criticità.
(Altalex; Morelli)